Budd Boetticher (1916 – 2001) è stato uno dei più grandi registi western della storia.
Il suo talento, tuttavia, è stato riconosciuto solo molti anni dopo, e in Europa si è dovuta addirittura attendere la sua morte per giungere a una sua rivalutazione, culminata con la retrospettiva dedicatagli dalla Mostra del Cinema di Venezia nel 2007.
I western di Boetticher sono stati a lungo considerati b-movies, dato che erano girati con budget ridottissimi. Le sue scarse fortune durarono fino all'esplosione dello spaghetti-western, quando i puristi del genere, sopraffatti dall'overdose di sparatorie, sangue e violenza delle nuove pellicole, si accorsero del valore artistico delle opere del regista di Chicago, dando inizio al processo di rivalutazione
I western di Boetticher presentano alcune caratteristiche comuni: le trame sono spesso molto simili e gli attori interpretano gli stessi ruoli (il villain, l'eroe solitario, la donzella in pericolo) anche per più film.
Il John Wayne di Boetticher è stato Randolph Scott, perfetto interprete di quel personaggio solitario che vaga attraverso paesaggi di brutale bellezza in cerca di vendetta. Boetticher sfrutta il paesaggio come fosse un personaggio della trama, pronto ad aiutare o ad ostacolare il protagonista a seconda delle situazioni. La maestosità e la superiorità della natura emergono prepotentemente da ogni inquadratura, come nel più classico dei western di John Ford.
Tra i suoi film, vi segnalo The Tall T, Comanche Station e Ride Lonesome, con quest'ultimo particolarmente meritevole per recitazione e regia.
Prossimo appuntamento: mercoledì 1 Aprile con Luigi Zampa.
Pier
Nessun commento:
Posta un commento