venerdì 8 settembre 2023

Telegrammi da Venezia 2023 - #6

Sesto telegramma da Venezia, tra poteri curativi, rapimenti statalizzati di bambini, geni dell'arte, geni della musica e della comicità, e percorsi alla ricerca di un'identità.



Holly (Concorso), voto 6.5.  Un’interessante, seppur disunita, meditazione di afflato biblico su tematiche universali della condizione umana: utilizzo dei talenti, colpa, espiazione, sacrificio. Holly le racconta attraverso gli occhi di una bambina dolente, vittima di bullismo, ma in grado nonostante questo di rivolgere le sue energie ad aiutare gli altri, anziché vendicarsi dei torti subiti. Qui la recensione completa scritta per Nonsolocinema.

Lubo (Concorso), voto 5. Giorgio Diritti vorrebbe raccontare la tragedia dei figli della comunità rom rapiti dallo stato svizzero durante il secondo dopoguerra con la precisa finalità di eradicare la comunità stessa. Vorrebbe, appunto, perché a metà film il regista perde di vista l'obiettivo e dedica oltre metà delle tre ore di pellicola a un dramma borghese, in cui i figli rapiti vengono dimenticati da protagonista, regista, e spettatori. Il risultato è un film poco potente e di scarsa portata emotiva, un colpo a vuoto laddove poteva essere un colpo allo stomaco. La ricostruzione storica è ottima, ma non basta.

Vengo Anch'Io (Fuori Concorso), voto 8.5. Splendido documentario sul genio creativo di Enzo Jannacci, raccontato attraverso le sue parole, le sue musiche, e i ricordi e i commenti di tanti grandi della comicità e della musica, da Paolo Conte a Renato Pozzetto, da Vasco Rossi a Roberto Vecchioni, tutti legati dalla stima per un artista unico, folle, e geniale. 

Daaaaaali! (Fuori Concorso), voto 6. Piccolo e riuscito divertissement di Quentin Dupieux, che racconta Dalì attraverso la storia, stralunata e surreale, di un documentario, stralunato e surreale, sulla sua vita. Si ride, e si conosce un po' meglio l'artista: nulla di più, ma funziona.

Kobieta Z... (Woman of) (Concorso), voto 8. Un uomo polacco con moglie e figli si rende conto di sentirsi, da sempre, una donna nel corpo sbagliato, e comincia il processo di transizione, nonostante in Polonia non esista una legge in tal senso. Dopo un inizio folgorante, fatto di pochissime parole e immagini liriche ed evocative, il film si incanala su binari più classici ma comunque efficaci, risultando uno dei migliori film su disforia di genere e transessualità grazie alla delicatezza e intimità con cui racconta la storia e tratteggia i suoi protagonisti.

Phantom Youth (Orizzonti Extra), voto 8. Due ragazze kosovare fuggono da casa per andare all'università. Scopriranno che il loro sogno è destinato a infrangersi contro il più oscuro e frustrante dei nemici: la mancanza di fondi. Un film che racconta la ricerca di un futuro da parte di una generazione cui è stato negato e lo fa con la forza di una storia vera, autentica, divertente e disperata, che arriva dritta al cuore.

Pier

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