mercoledì 3 maggio 2023

Il Sol dell'Avvenire

Quando la storia riscrive la Storia


Giovanni, affermato regista italiano, sta lavorando al suo ultimo film, ma lo fa di malavoglia. Ha infatti smesso di avere interesse per il futuro, e si vergogna del suo passato e di quello del partito con cui si è sempre identificato. Il presente, poi, è un enigma per lui insolubile: dalla moglie, che vuole lasciarlo (anche se lui non lo sa) e ha deciso di produrre il film di un giovane regista che va contro ogni suo valore artistico, alla scelte amorose della figlia, passando per attrici che vogliono cambiare il suo film e un mondo produttivo cui sembra interessare solo l'intrattenimento e non la riflessione.

Che cosa vuol dire fare politica? E fare cinema? Queste due domande, che attraversano da sempre l'opera di Nanni Moretti, si scontrano con veemeenza nel suo nuovo lavoro, un'autobiografia dell'anima e del pensiero in cui Moretti fa i conti con se stesso a 360 gradi: con il suo passato e il suo presente cinematografico, con la storia del paese e del partito con cui si è sempre maggiormente identificato, e con la sua personalità strabordante, una genialità che tutto occupa e tutto divora. 

Il sol dell'avvenire è un film di opposti, di paradossi, di prospettive apparentemente incompatibili e che invece finiscono per ibridarsi in un flusso di coscienza che si muove tra intimismo e meta-cinema. Troviamo quindi i toni stralunati e dissacranti dei primi lavori di Moretti (Ecce bombo!, Palombella rossa) insieme a quelli più psicoanalitici dei suoi film più maturi (La stanza del figlio, Habemus papam, Mia madre); i monologhi deliranti ed esilaranti dei primi (memorabili quelli contro i sabot e sulla violenza al cinema) e i momenti introspettivi dei secondi. 

È un film intimo e sociale al tempo stesso, un film che parla del passato ma guarda al futuro, a un futuro desiderato, agognato, sognato, e troppo spesso accantonato in favore di un realismo e di un razionalismo che generano mostri; un film in cui la parola è onnipresente, ma i messaggi vengono veicolati attraverso silenzi, musiche (colonna sonora da antologia), danze catartiche (memorabile quella sulle note di Battiato) e marce del quarto stato fatte di sorrisi e sguardi speranzosi.

Giovanni, il protagonista/alter-ego di Moretti, riflette questa doppia anima del film, incarnando mille contraddizioni: incapace di badare a se stesso, eppure al tempo stesso sensibile fino al parossismo; incapace di accettare anche il più piccolo cambiamento e al tempo stesso capace di cambiare la Storia con la forza dell'immaginazione. Intorno a lui si muove un circo (è il caso di dirlo) di personaggi reali e macchiettistici, che sembrano esistere per assecondare gli umori di Giovanni, dell'artista-creatore, fino a quando, all'improvviso, si ribellano, costringendolo a fare i conti sia con la realtà che con la sua immaginazione, e a trovare un punto di sintesi.

La sintesi non è, forse, perfetta, e la natura destrutturata del film potrebbe risultare indigesta. Tuttavia, Il sol dell'avvenire è un film emotivamente riuscitissimo, una riscrittura della biografia di un personaggio e di un paese che hanno perso il treno della Storia, e che cercano disperatamente di riafferrarlo. Moretti si eleva sopra il grigiore di un presente insostenibile e decide di non accettarne più le regole, di scartare di lato. Si toglie il cappio dal collo e si concede qualcosa che sembrava impossibile: la speranza. Gli errori vengono corretti, la ragione si fa sentimento, la morte diventa vita, e marcia trionfale per le strade, unita verso un futuro inesistente ma non per questo meno radioso.

**** 1/2

Pier

Nessun commento:

Posta un commento