Anni '50.Due agenti federali, Teddy Daniels e Chuck Aule, vengono inviati al manicomio criminale di Shutter Island per indagare sull'improvvisa scomparsa di una paziente. INonostante le dichiarazioni di direttore ed infermieri, che affermano che la fuggitiva sia scomparsa nel nulla, l'agente Daniels comincia a sospettare di tutti, direttore e medici compresi.
Scorsese realizza un thriller psiconalatico duro, intenso, che non lascia un attimo di respiro: continui colpi di scena e momenti di grande tensione contribuiscono a far percepire allo spettatore l'atmosfera claustrofobica dell'istituto psichiatrico. La verità viene sovvertita, manipolata, aggirata, negata, fino a privarla della sua fattualità e a renderla solo un'opinione. Chi è il vero pazzo? Il medico o i pazienti? Scorsese fino all'ultimo non dà risposte, e lascia gli spettatori a tormentarsi nel dubbio, creando una trama complessa con molteplici piani di lettura.
La regia è splendida per pulizia e rigore, ed è sorretta da un montaggio perfetto e da una fotografia di rara bellezza, che alterna sapientemente luci e ombre, colore e grigi, contribuendo alla creazione dell'atmosfera inquietante richiesta dal genere.
Ottime anche le scene oniriche, che citano quelle create da Dalì per Io ti salverò di Hitchcock, vera e propria pietra miliare del thriller psicoanalitico.
Di Caprio è eccezionale, e alterna con maestria la durezza richiesta dalla sua professione e il dolore per quanto ha dovuto vedere durante la guerra. Ottimo anche Ben Kingsley nella parte del direttore del manicomio e Mark Ruffalo nei panni del collega di Di Caprio.
Scorsese firma un film forte, difficile da digerire, ma che fa capire come anche da un genere "pop" come il thriller si possano trarre momenti di grandissimo cinema.
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Pier
Visto ieri, il film è spettacolare..La scena del sogno di Di Caprio è da manuale del cinema
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