sabato 28 marzo 2009

Gran Torino

Il saluto di un grande



Pare che questo sarà l'ultimo film di Clint Eastwood come attore. Ed è un peccato.
E' un peccato perchè Clint non è solo un regista eccezionale, capace di girare in un anno due film come Changeling e Gran Torino.
Ma è anche, e prima di tutto, un ottimo attore, in cui la monoespressività del viso è ampiamente compensata dalle capacità recitative e dall'uso degli occhi.

In questo film, gli occhi e l'obiettivo di Clint si uniscono, per l'ultima volta, per raccontarci la storia di Walt, reduce della guerra in Corea ed ex operaio della Ford, in pessimi rapporti con i figli e appena rimasto vedovo. Come ciliegina sulla torta, è rimasto l'unico americano in un quartiere abitato interamente da asiatici.

Sembrerebbe il prologo di un film drammatico, ma Eastwood lo trasforma quasi in una commedia, una commedia amara, certo, ma ricca anche di humour e momenti allegri.
Da antologia in questo senso i dialoghi con il prete del paese, che riecheggiano quelli di Million Dollar Baby.

Il rude Walt finisce per prendere sotto la sua protezione un ragazzino cinese, Tao, e grazie a lui riscopre quei valori della famiglia che sembrava avere perduto. E qui sta la grandezza di Eastwood, perchè proprio quando lo spettatore si è ormai rilassato e abituato al nuovo clima di armonia, il dramma torna ad affacciarsi prepotentemente: una banda rapisce e sevizia la sorella di Tao.
La vendetta di Walt non si farà attendere, con un finale dal sapore western.

Eastwood chiude la sua carriera da attore con un personaggio che è impossibile non vedere come un omaggio a quelli che lo hanno reso famoso: Walt è rude e sgarbato all'apparenza, come lo erano Callaghan e il pistolero dei film di Leone. E, come loro, è in fondo una brava persona, per cui la solitudine non è una scelta, ma uno stile di vita.

Il film torna ad analizzare il rapporto tra bene e male, tanto caro all'Eastwood regista, e lo porta alle sue estreme conseguenze, fino ad arrivare al gran finale, di una bellezza quasi stordente.

Dunque addio, Biondo. E anche se i tuoi occhi non compariranno più sullo schermo, sappiamo che continueranno a catturare la realtà e a tradurla in film indimenticabili.

*****

Pier

1 commento:

  1. Oh grazie!!!
    Al cinema credevo di ridere a sproposito guardando questo film...Non sono stato l'unico...
    OT: Sembra che qualcuno abbia partecipato ad un questionario del Torneo dei film annotandosi con il tuo blog. Sei sempre libero di partecipare. Un saluto.
    Gegio

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