mercoledì 28 giugno 2023

The Flash (In pillole #26)

La zuppa della casa


Sarebbe facile elencare i difetti di The Flash, dalla computer grafica che in alcuni momenti sembra uscita delle pubblicità che si vedono nei cinema di provincia a una storia a volte confusa a causa delle infinite riscritture cui è stata sottoposta. Tuttavia, non lo farò, e per un semplice motivo: il film, nonostante tutti questi difetti, funziona. 

Finalmente libero dalle pastoie e, soprattutto, dai toni dello Snyderverse, The Flash evita anche la trappola del "fare il clone brutto della Marvel" in cui erano caduti Justice League e i prodotti successivi. Ha un suo tono, confusionario, certo, ma molto distintivo, e in fondo in linea con la natura del suo personaggio: casinista, impaziente, incapace di stare fermo, ma di gran cuore. The Flash è divertente e caciarone, ma riesce anche ad avere momenti commoventi. Le transizioni tra queste emozioni non sono sempre pulitissime, ma proprio questa natura ibrida conferisce al film una sua identità - un mezzo miracolo considerando i travagli produttivi. 

Funziona il film, dunque, e funziona soprattutto grazie agli attori: Ezra Miller, se si riesce a "staccare" il personaggio dall'attore, è innegabilmente un ottimo Flash, in ambedue le sue incarnazioni. Michael Keaton è un Batman squisitamente folle, e si mangia il film nei momenti in cui appare, liberandosi dell'ingessatura cui era forzato negli anni Novanta per diventare un ninja con una vena di pazzia che mena come un fabbro, non ha paura di nulla, e fornisce anche consigli filosofici, compresa la miglior spiegazione del concetto di multiverso sentita in questi anni. Sasha Calle, infine, è un'eccellente Supergirl, cui forse il film non dedica lo spazio che meriterebbe. A collegare questi personaggi un turbinio di viaggi nel tempo, scontri epocali, e computer grafica (brutta, come detto), scanditi da una sceneggiatura che non vincerà mai il premio "Gestione bilanciata del ritmo" ma ha delle intuizioni davvero riuscite sia sul lato comico che su quello drammatico, e infila anche qualche bel momento di omaggio/nostalgia.

The Flash non è il miglior cinecomic di sempre, come qualcuno chiaramente prezzolato dalla DC ha provato a dire - non entra nemmeno nei primi dieci, probabilmente. La definizione migliore la hanno probabilmente data I 400 calci: The Flash è "Uno splendido disastro", la zuppa della casa dei cinecomic: un prodotto creato mettendo insieme ingredienti disomogenei e senza seguire una ricetta, ma che però risulta comunque gustoso e appetitoso, spesso sorpassando in gusto e gradimento un piatto ben costruito e ben amalgamato, ma pretenzioso e senza cuore.

***

Pier

Nessun commento:

Posta un commento