lunedì 20 febbraio 2023

Tutta la Bellezza e il Dolore

L'arte che salva


Il documentario racconta la battaglia di Nan Goldin, celebre fotografia statunitense, con la famiglia Sackler e la loro Purdue Pharma. Purdue era la produttrice dell’OxyContin, farmaco che crea una forte dipendenza e che si calcola abbia causato più di 400mila morti negli USA.

Può l’arte salvare il mondo dalla crisi degli oppiacei? La risposta, apparentemente, è sì. In Tutta la bellezza e il dolore, Laura Poitras intervalla la storia della battaglia contro i Sackler con la biografia di Nan Goldin. Inizialmente questa scelta risulta spaesante, e si fatica a comprendere il collegamento tra la gioventù ribelle e gli inizi artistici della Goldin, dedicati alla liberazione femminile e sessuale più in generale, e la tragedia causata dall’OxyContin.

Con il proseguire dei minuti, tuttavia, il collegamento diventa sempre più evidente, al punto che la passione che Goldin mette nella battaglia sarebbe incomprensibile senza conoscere il suo vissuto, la sua personale dipendenza da sostanze, la sua sensazione di impotenza di fronte alla moria dei suoi amici nella prima epidemia di AIDS. La determinazione mostrata da Goldin è una conseguenza diretta della frustrazione del passato, un desiderio di fare qualcosa quando in precedenza non ha potuto far altro che restare a guardare.

Il documentario diviene sempre più un pugno allo stomaco man mano che procede nel raccontare la decennale battaglia, raggiungendo il suo apice nella scena in cui i parenti delle vittime possono finalmente confrontarsi con il nemico: un nemico silente, costretto ad ascoltarli, ferito ma non davvero sconfitto. È una scena carica di sofferenza e di frustrazione, di rabbia repressa e di un desiderio di giustizia non pienamente soddisfatto. A farle da contraltare, una delle scene visivamente più potenti del film, una pioggia di flaconi lanciati dalle scale del Guggenheim, un atto sovversivo che si fa pianto di rabbia e consolazione - un atto che sa di vittoria, per quanto effimera, capace di trasformare l'orrore in arte, il dolore in bellezza.

Laura Poitras realizza un film efficace, evocativo, e incisivo. Si poteva, forse, sforbiciare qualcosa, soprattutto nella prima parte, ma nel complesso resta un film molto riuscito nella sua capacità di raccontare una tragedia nazionale e la battaglia donchisciottesca di un gruppo di idealisti che, alla fine, contro ogni pronostico, sono riusciti a inibire il mostro. Un Leone d'oro inusuale, ma pienamente meritato.

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Pier

Nota: questa recensione è stata inizialmente pubblicata su Nonsolocinema.

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