venerdì 6 settembre 2013
Telegrammi da Venezia 2013 - #4
Quarto telegramma da Venezia. Ancora buoni film, ma anche qualche delusione.
Parkland (Concorso), voto 5. L'assassinio di John Fitzgerald Kennedy raccontato dalla prospettiva dell'ospedale che ne accolse il corpo. Il film è ben girato, ma non aggiunge nulla di nuovo a uno dei più grandi misteri irrisolti della storia statunitense, e risulta quindi già visto e ripetitivo.
The unknown known (Concorso), voto 8. Il film mette a nudo errori, orrori e contraddizioni dell'amministrazione Bush jr attraverso un'intervista all'eminenza grigia del Presidente, Donald Rumsfield. Ne emerge il ritratto di un leader machiavellico, abile nell'uso delle parole e preciso fino alla maniacalità, capace di perpetuare enormi nefandezze con un accattivante sorriso sulle labbra. Il film esplora il potere e le caratteristiche del suo esercizio, presentando un quadro vero e tremendamente efficace degli ultimi anni della politica USA.
Harlock, Space Pirate (Fuori Concorso), voto 8.5. Il manga-anime di Matsumoto ottengono nuova vita in questo adattamento in motion capture. Il film mantiene gli elementi chiave della saga, arricchendoli di una fotografia eccezionale, in cui il 3D diviene strumento espressivo e non mero orpello tecnologico. Effetti speciali fantastici, scene d'azione mozzafiato: Harlock ha tutto per fare felici gli spettatori, fan del manga e non.
L'intrepido (Concorso), voto 5. La prima commedia di Gianni Amelio parte alla grande, con una mezz'ora delicata e divertente, in cui un Albanese "à la Charlot" lavora come rimpiazzo, accettando la sua vita con serenità e ottimismo. Dopo questa mezz'ora, tuttavia, Amelio perde del tutto il filo, impantanandosi in mille sottotrame differenti, come se fosse indeciso sulla piega da far prendere alla trama. Il risultato è un film pasticciato, con un Albanese che, pur bravo, non può reggere da solo il peso di una sceneggiatura confusa e inconcludente.
Sacro GRA (Concorso), voto 8.5. Per il suo nuovo film, Gianfranco Rosi ha seguito per oltre un anno le storie di vari personaggi che vivono intorno al Grande Raccordo Anulare di Roma, esplorandone la vita quotidiana. Il risultato è un documentario che profuma di commedia all'italiana, una galleria di ritratti di vinti dotati di grande umanità e simpatia. Rosi realizza un film solido e commovente, dotato di un'umanità e una forza narrativa inusuali per un documentario, risultando l'erede più degno della nostra tradizione cinematografica visto qui alla Mostra.
Ecco poi il link del film recensito per Nonsolocinema, il delicato La Jalousie di Philippe Garrel, in concorso.
La Jalousie (Concorso), voto 6.5.
A domani per il toto Leone d'Oro!
Pier
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