sabato 13 ottobre 2012

Killer Joe

Violenza e innocenza
 


Chris, un giovane spacciatore del Midwest statunitense, deve racimolare in fretta seimila dollari  per pagare il suo debito con il cartello della droga. Disperato, si accorda con il padre e la famiglia per uccidere la madre, scappata da tempo con un altro uomo: la donna è infatti titolare di un'assicurazione sulla vita di 50.000 dollari a favore della sorella di Chris, Dottie, e quella cifra risolverebbe tutti i loro problemi. Per svolgere il compito, la famiglia assume "Killer Joe" Cooper, poliziotto con l'hobby dell'assassinio a pagamento, il quale accetta in cambio di parte del denaro e della possibilità di andare a letto con Dottie. Chris accetta, ma lui e la famiglia scopriranno troppo tardi che la vicenda non è semplice come avevano pensato.

William Friedkin torna alla regia dopo cinque anni di inattività, e lo fa con un film già diventato un piccolo cult, che esce in Italia con un anno di ritardo per i soliti misteri distributivi nostrani.
Il pezzo forte è la sceneggiatura firmata da Tracy Letts (autore anche dell'opera teatrale), che unisce dialoghi che rasentano la perfezione, una suspense crescente e un finale eccezionale, con una scena che è già di diritto nell'olimpo del genere noir/pulp. Ad accompagnarla c'è una fotografia livida e di impatto, che ritrae il lato oscuro della "pancia" dell'America, un Midwest fatto di luci e ombre, sempre sospeso tra violenza, crimine e sensualità, in una tensione insostenibile che non può far altro che esplodere.

Friedkin amalgama sapientemente questi elementi e crea un film di forte impatto emotivo che riscrive le regole di noir e pulp, sposando l'asciuttezza del primo con la potenza delle immagini del secondo, senza scivolare in inutili spargimenti di sangue nè perdere di vista il sottile umorismo che permea entrambi i generi.
Il regista si distingue anche per il suo sapiente lavoro con gli attori, con Matthew McConaughey che sfodera una prestazione d'attore eccellente, regalandoci un Killer Joe cinico, spietato, ma soprattutto vero. Ottimo anche Emile Hirsch, anche se a spiccare particolarmente è il sofferto stupore di Thomas Haden Church, marito e padre travolto dalla vita e destinato a vedere infrangersi ogni suo sogno, progetto e affetto.

Killer Joe è un film forte e di impatto, che racconta quell'America senza speranza e senza pietà già descritta dai Coen in Non è un paese per vecchi, un'America in cui la solidarietà non esiste più e l'unica legge è quella della violenza, una violenza metodica, cinica, che si presenta con i modi gentili e rassicuranti di Joe e si rivela poi il peggiore degli incubi.

****1/2 

 Pier

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