giovedì 23 febbraio 2012

Paradiso amaro

Quando la verità non è abbastanza



Matt King è un avvocato. Vive in una delle isole Hawaii, dove gestisce il patrimonio immobiliare e terriero della famiglia, che si appresta a vendere al miglior offerente. La sua vita viene sconvolta quando la moglie Elizabeth ha un incidente e rimane in coma, ma ancor di più quando una delle due figlie gli rivela che la moglie aveva una relazione extraconiugale. Matt sarà costretto a raccogliere i pezzi della sua vita, ricostruendo il rapporto con le sue figlie e facendo una seria autocritica sul suo ruolo di marito e, soprattutto, di padre.

Anche alla Hawaii si può essere infelici: con questa frase, pronunciata dal protagonista a pochi minuti dall'inizio, si potrebbe riassumere la trama di Paradiso Amaro. Alexander Payne cerca di realizzare un film sincero e vero, ma ci riesce solo in parte. Accanto ad alcune scene di sincera emozione e di realismo (su tutte, l'ultimo saluto del suocero di Matt all'amata figlia), infatti, ci sono momenti in cui prevalgono l'enfasi e quei meccanismi da lacrima chiamata di alcuni film sentimentali: questi finiscono per spezzare quel senso di sincerità e reale partecipazione emotiva generato durante il film, rendendo gran parte del finale abbastanza telefonato e mancante di realismo.

La maggiore debolezza del film è però la sceneggiatura che, pur partendo da un buon soggetto, rimane sempre piuttosto debole, navigando stancamente fino alla fine del film grazie a un paio di buone trovate e soprattutto ad alcuni personaggi indovinatissimi. Alexandra, la figlia maggiore è un personaggio a tutto tondo, che si evolve durante il film, rivelando degli aspetti sempre nuovi e inaspettati del suo carattere, e anche la figlia minore è interessante, anche se perde un po' di efficacia con il passare dei minuti. Il vero colpo di genio del film è però il fidanzato di Alexandra, irresistibile nella sua perenne espressione ebete e nella sua totale incapacità di comportarsi in maniera appropriata. Anche lui, tuttavia, rivelerà alcuni lati sconosciuti della sua personalità, rivelando una maturità inaspettata e una spiccata sensibilità.

Il protagonista, però, è ovviamente Matt. Per larga parte del film Clooney è il film, con continui primi piani a seguire le sue emozioni, le sue riflessioni, la sua fatica nell'adattarsi alla nuova realtà. Clooney offre una prova convincente e molto realistica, che ricorda da vicino, senza però eguagliarla, quella offerta in Tra le nuvole nella sua rappresentazione di un uomo che scopre che vede la sua realtà stravolta e deve affrontare il cambiamento.

Paradiso Amaro è un film onesto e a tratti commovente, ma penalizzato da una sceneggiatura debole e dall'eccessivo patetismo di alcune scene. Sorprende non poco che un film del genere possa essere candidato a un così alto numero di Oscar, considerando i suoi non indifferenti difetti strutturali. Resta un buon film, arricchito da una buona prova degli attori e da un'eccellente prova di Clooney che, se non fosse per Dujardin, quest'anno l'Oscar se lo meriterebbe veramente.

***

Pier

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