venerdì 4 novembre 2022

La Stranezza

Un autore in cerca di personaggi


Girgenti, 1920. Nofrio e Bastiano, i becchini del paese, hanno la passione per il teatro. Quando in paese arriva Luigi Pirandello, in Sicilia per il compleanno dell'amico Giovanni Verga, i due incroceranno la sua strada, e si ritroveranno il grande autore come improbabile spettatore della loro tragicommedia "La trincea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzu". Quello che non sanno è che Pirandello è in crisi personale e creativa: ma, forse, sarà proprio il loro strambalato spettacolo a sbloccarlo.

Cosa significa creare? Dove si trova l'ispirazione? Domande che attanagliano studiosi e filosofi da secoli, e che Roberto Andò, nel suo nuovo film, rivolge metaforicamente a uno dei grandi artisti del Novecento: Luigi Pirandello. In crisi creativa, Pirandello torna alle sue radici e riscopre la sua vena grazie a due teatranti dilettanti. Nofrio e Bastiano sono l'opposto di ciò che è il teatro pirandelliano, ma le loro vicende brillano di vitalità e naturalezza, e il loro rapporto con il pubblico è attivo, reale, quello di una comunità che attraverso il teatro riflette su se stessa e che nel teatro vede riflessa la sua vita, le sue ossessioni, i suoi segreti, le sue meschinerie. In quella commistione tra teatro e vita Pirandello ritrova se stesso, in un percorso di autoanalisi non assolutorio, in cui si mette "sotto processo" dei suoi personaggi e si trova costretto, suo malgrado, a riflettere su chi è stato e chi vuole essere.

La stranezza è, in fondo, un film di fantasmi: personaggi, invenzioni e sogni si aggirano nel mondo reale. Sono a tal punto parte del reale da essere quasi impossibili da distinguere. Sei personaggi in cerca d'autore è un'ossessione per Pirandello, un incubo che infesta le sue notti e lo costringe a fantasticherie a occhi aperti cui non riesce a dare un senso. Il grande autore è perso, confuso, intrappolato in un labirinto fantasmatico di cui intravede ma non riesce a raggiungere l'uscita. 
La solidità del fantastico non significa che la realtà sia in secondo piano. Nel mondo di Girgenti, in cui Pirandello si ritrova catapultato, la realtà è concreta, solida, centrale, al punto di diventare il motore del racconto e del processo creativo pirandelliano. In un ribaltamento della poetica dell'Antonio Capuano di Sorrentino, la realtà risulta più ricca, vitale e feconda della fantasia: ricca di sentimenti, di relazioni, di storie. I protagonisti incarnano perfettamente questa compenetrazione tra reale e sognato: alla presenza silenziosa del grande autore, quasi un fantasma che si aggira per il palcoscenico, fa da contraltare l'esuberanza di Nofrio e Bastiano, becchini con aspirazioni artistiche e una vita travolgente nella sua ordinaria semplicità.

Andò cuce con abilità sacro e profano, cultura alta e cultura bassa, servendosi anche di elementi meta-narrativi, in linea con la poetica del suo illustre protagonista: Toni Servillo, maestro del grande teatro italiano, incontra Ficarra e Picone, maestri dell'avanspettacolo. I due riversano in Nofrio e Bastiano una comicità dolente degna dei grandi della nostra commedia, offrendo una prova strepitosa per sensibilità, empatia e stratificazione. 

La sceneggiatura convince, rimanendo sempre in bilico tra sogno e reale e offrendo alcuni colpi di scena che, anche se intuibili da uno spettatore più smaliziato, risultano comunque efficaci per l'impatto che hanno sui personaggi e sulla lettura dell'intera vicenda. Alcuni passaggi sono forse troppo affrettati (la seduta con i personaggi meriterebbe forse più spazio, così come il rapporto tra Pirandello e la moglie), e in generale rimane la sensazione che con un po' più di folle coraggio il film avrebbe forse suscitato reazioni più divisive, ma avrebbe avuto un impatto più forte e duraturo - esattamente come il testo teatrale di cui racconta la genesi. Rimane tuttavia un ottimo film, in grado di bilanciare riflessione e intrattenimento e di avvicinare il pubblico a un genio della letteratura e al suo teatro, così rivoluzionario eppure così attuale, fatto di un impasto di sangue, sudore, e sogno.

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Pier

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