giovedì 10 febbraio 2011

Into Paradiso

Un grande esordio



Alfonso è un ricercatore universitario che viene licenziato a pochi mesi dalla pensione. Su esortazione della madre per riottenere il posto si rivolge a un vecchio amico d'infanzia, Vincenzo, ora candidato a sindaco di Napoli. Questo accetta, ma in cambio gli chiede il favore di consegnare un pacco, che però contiene una pistola. Alfonso finisce così coinvolto in una resa dei conti tra camorristi, e si trova costretto a rifugiarsi sul tetto di un edificio abitato esclusivamente da immigrati provenienti dallo Sri Lanka. Qui incontra Gayan, ex campione di cricket, emigrato in Italia convinto di trovarvi il Paradiso e costretto a lavorare come domestico per un'anziana ed eccentrica signora.

Il primo lungometraggio di Paola Randi è una piacevole ventata di freschezza. Non è nuovo il genere, la commedia, che però viene affrontata con un piglio che non si vedeva da tempo nel nostro cinema: il taglio sociale non è banale, si ride ma si riflette. Non è nuovo nemmeno il tema principale, l'integrazione, che però viene analizzata con una prospettiva del tutto ribaltata. Questa volta è l'italiano a doversi integrare, a sentirsi straniero nella sua stessa città, a doversi adattare agli usi e costumi di un popolo diverso dal suo.

La vera novità del film sta però nella regia, che non si appiattisce sulla sceneggiatura ma la arricchisce, contribuendo creativamente allo svolgersi del film. I pensieri di Alfonso prendono forma, e così il tetto di Gayan diventa teatro di un matrimonio, di un interrogatorio di polizia, in un'alternarsi di personaggi, oggetti e situazioni che conferisce alla commedia un'artisticità cui non eravamo più abituati.
La regia e la fotografia, spesso trascurate negli ultimi prodotti italiani, costituiscono dunque una componente fondamentale del film, e contribuiscono in maniera decisiva a definirne il carattere, le atmosfere e i sottotesti.

Il cast non annovera alcuna stella di prima grandezza, ma è comunque eccellente. Imparato è perfetto, e alterna il giusto mix di ironia e malinconia, e Saman Anthony è una bellissima sorpresa. Tra tutti spicca però Peppe Servillo per la sua interpretazione del politico corrotto, autentica maschera napoletana, cattivo non per scelta ma per costrizione, con una spiccata tendenza al doppio gioco.

Into Paradiso è un film divertente e non banale, in grado di far ridere ma anche riflettere, nella migliore tradizione della commedia all'italiana. Non perdetelo.

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Pier

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