Tarantino è probabilmente il regista più famoso degli anni Novanta-Duemila, quello che più ha segnato l'immaginario collettivo del periodo, creando un genere e uno stile di regia e scrittura che vantano innumerevoli tentativi di imitazione (con scarso successo). Da Le iene e Pulp fiction, passando per Kill Bill, Bastardi senza gloria e Django Unchained, fino al più recente C'era una volta... a Hollywood non c'è film di Tarantino che non sia diventato un cult (con l'eccezione, forse, di A prova di morte, che però rimane un esperimento a parte nella sua filmografia).
Nonostante sia l'impersonificazione dell'autore a tutto tondo ("scritto e diretto da"), Tarantino è apprezzato dal grande pubblico più per la forza dei suoi dialoghi che per quella delle sue immagini. La sua abilità nello scrivere scene memorabili non deve però far passare in secondo piano la sua eccezionale capacità per la messa in scena, nonché la sua abilità nel crearsi uno stile visivo distintivo quanto le sue trame e le sue tematiche. Le sue immagini passano inosservate perché sono sempre al servizio della storia, mai fini a se stesse, ma sono estremamente idiosincratiche e riconoscibili: un film di Tarantino si riconosce a prima vista, nonostante l'estrema diversità delle ambientazioni.
1. Il trunk shot
Anche se Tarantino non ne è l'inventore, è sicuramente il maggior profeta dell' "inquadratura del bagagliaio": un'inquadratura dal basso, fatta dall'interno di un bagagliaio (ma in generale di un contenitore) che mette lo spettatore in una condizione di impotenza, di fragilità, in cui è completamente alla mercé dei personaggi che lo stanno osservando.
Un vero "trunk shot" da Le iene |
E un "finto" trunk shot da Bastardi senza gloria |
2. Crash Zoom
Lo zoom è una tecnica di ripresa spesso disprezzata, con molti registi che la ritengono quasi amatoriale, o comunque indegna di un artista con aspirazioni autoriali. Il crash zoom, ovvero uno zoom talmente rapido da risultare quasi brusco, disorientante, è considerato un parente ancora più povero.
Tarantino ignora le fisime dei presunti autori, e "mutua" questa tecnica, frequentissima nei film di arti marziali degli anni Settanta che hanno fatto parte della sua formazione, per il suo cinema: non è un caso, infatti, che compaia per la prima volta in Kill Bill e venga usata soprattutto nei film "da combattimento" come Django Unchained.
Tarantino rielabora una tecnica "spettacolarizzante" ma un po' sporca e la utilizza con finalità espressiva, al fine di aumentare il dinamismo della scena e contemporaneamente concentrare l'attenzione dello spettatore in un particolare punto dello schermo. Tarantino usa il crash zoom sia per passare da inquadrature ampie a primissimi piani (dettagli, parti del corpo, espressioni dei personaggi) o viceversa. Il risultato è un ritmo narrativo più rapido e coinvolgente, che consente allo spettatore di catturare sia il generale che il particolare senza rallentare lo scorrere della trama.
3. Costumi distintivi
Pochi registi prestano attenzione ai costumi quanto Tarantino. Tutti i suoi protagonisti indossano costumi iconici, che siano i completi neri dei protagonisti de Le iene o la tuta gialla a strisce nere della Sposa in Kill Bill, passando per gli abiti anacronistici e color pastello di Django in Django Unchained. Anche costumi all'apparenza meno peculiari, come la mazza dell'Orso in Bastardi senza gloria, la camicia hawaiana di Cliff Booth in C'era una volta... a Hollywood, il berretto di Jackie in Jackie Brown, o gli abiti western dei protagonisti di The Hateful Eight, così simili eppure così diversi, si stampano quasi istantaneamente nella memoria dello spettatore.
Le iene |
Il maggiore Marquis Warren (The Hateful Eight) |
Cliff Booth (C'era una volta... a Hollywood) |
La Sposa (Kill Bill: Volume 1) |
Django (Django Unchained) |
Pier
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