Ryan Stone, una ricercatrice finanziata dalla NASA, si trova nello spazio per raccogliere gli ultimi dati necessari alla sua ricerca. Insieme a lei c'è Matt Kowalsky, astronauta veterano all'ultima missione. Mentre stanno lavorando a delle riparazioni fuori dalla stazione orbitale, i due vengono investiti da una tempesta di meteoriti, che distrugge la stazione e li scaraventa nello spazio. Dovranno trovare il modo di muoversi in assenza di gravità e comunicazioni radio, nel disperato tentativo di raggiungere un'altra stazione spaziale e tornare sulla Terra.
Diciamolo subito: Gravity è un film rivoluzionario. Era dai tempi di 2001 - Odissea nello Spazio che non si assisteva a una tale innovazione dei linguaggi espressivi nel genere fantascientifico, a una tale sorprendente innovazione delle tecniche di ripresa. Attraverso un uso sapiente del 3D, Cuaròn riesce a trasmettere allo spettatore l'infinita profondità dello spazio, l'horror vacui cosmico che attanaglia chi si trova a doverlo affrontare, la totale impotenza di chi ne viene risucchiato. La vera rivoluzione è però nello stile di ripresa, con una camera "no-gravity" che, muovendosi senza avere un punto di posa preciso, simula l'assenza di gravità e restituisce la sensazione straniante che si prova muovendosi nello spazio.
A supporto di queste innovazioni tecnologiche abbiamo una regia magistrale: Cuaròn segue e sviluppa la sua idea con convinzione e rigore, combinando alla perfezione tutti gli elementi del film, dal sonoro alla fotografia, che regala immagini di rara bellezza dentro (Sandra Bullock che "rinasce" dopo essere riuscita a mettersi momentaneamente in salvo) e fuori dalle stazioni spaziali.
La trama, d'altro canto, è tutt'altro che rivoluzionaria, finendo per essere addirittura scontata in alcuni momenti. La forza visiva delle scene e l'ottima prova dei due protagonisti, tuttavia, riescono a sopperire ai deficit di sceneggiatura, regalando un film intenso, destinato a cambiare radicalmente il modo in cui vengono girati e concepiti i film di fantascienza.
Gravity è un film che colpisce per la forza delle immagini, e che fa riflettere su come le nuove tecnologie digitali, se usate a fini espressivi, e non puramente decorativi, possano arricchire l'arte cinematografica di linguaggi nuovi e inaspettati, aprendo strade che, fino a pochi anni fa, sembravano del tutto impossibili.
****1/2
Pier
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