Siamo giunti al termine di un'altra Mostra del Cinema, segnata da clima capriccioso, biciclette, spritz, cene rapidissime, e critici buongustai in panama bianco. L'edizione numero 82 della Mostra è stata di altissimo livello, come testimoniato dai giudizi medi dei critici, solitamente avari di lodi, ma che qui hanno bocciato appena cinque dei film in Concorso, e solo uno severamente. Le vette sono state almeno quattro, e i picchi negativi, come detto, si contano sulle dita di una mano, e forse nemmeno quella. Anche quest'anno Alberto Barbera ha confezionato un'ottima selezione, e c'è chi spera che il suo mandato, in scadenza il prossimo anno, possa venire rinnovato ancora (anche per alternative che non invitano all'entusiasmo).
È stata una Mostra di attualità, tra film che parlano del rapporto uomo-natura (Bugonia, Silent Friend), film sul capitalismo e come sta distruggendo il mondo del lavoro (sempre Bugonia, À Pied d'œuvre - At Work, No Other Choice), film di attualità politica (Il Mago del Cremlino, A House of Dynamite), film su guerre e genocidio (The Voice of Hind Rajab). Ci sono stati anche film che, attraverso vicende personali, han provato a raccontare il passato (Orphan, Duse, The Testament of Ann Lee) e film che raccontano i demoni interiori dell'essere umano (Elisa, Frankenstein, e The Smashing Machine).Premio Mastroianni per il miglior attore emergente
Come lo scorso anno, i candidati per questo premio non sono tantissimi. Puntiamo su Bojtorján Barábas, dato favorito da molti per la sua intensa interpretazione in Orphan. Non avendo, purtroppo, visto il film, la mia scelta personale ricade sui protagonisti del terzo episodio di Father Mother Sister Brother, Indya Moore e Luka Sabbat.
Pronostico: Bojtorján Barábas, Orphan
Scelta personale: Indya Moore e Luka Sabbat, Father Mother Sister Brother
Coppa Volpi maschile
Sfida molto accesa, con tantissimi pretendenti: dall'ottimo Dwayne Johnson di The Smashing Machine, Paul Dano per Il Mago del Cremlino, Jesse Plemons per Bugonia, Lee Byung-hun per No Other Choice, e, perché no, anche Toni Servillo per La Grazia. Il pronostico, però, ricade su George Clooney, senza la cui prova dolente e malinconica Jay Kelly non avrebbe ragione di esistere. Su di lui ricade il mio pronostico, mentre la mia scelta personale va a Lee Byung-hun, poliedrico padre di famiglia.
Scelta personale: Lee Byung-hun, No Other Choice
Coppa Volpi femminile
Sfida molto meno accesa di quella per la Coppa maschile, con sole tre attrici davvero in lizza - vuoi per mancanza di alternative, vuoi per alternative (come Emma Stone in Bugonia) non così chiaramente protagoniste. Sarà quindi una lotta a tre tra Barbara Ronchi per Elisa, Valeria Bruni Tedeschi, incredibilmente apprezzata nelle paludi antiche della critica italiana in Duse, e Amanda Seyfried ne Il Testamento di Ann Lee. Non avendo visto quest'ultimo, concentro su Barbara Ronchi e la sua espressione ipnotica pronostico, scelta personale, e speranze di non far rigirare nella tomba la Divina Eleonora Duse.
Scelta personale: Barbara Ronchi, Elisa
Scelta molto difficile visto l'altissimo livello dei film in concorso. Sembra difficile, considerando anche l'ottima accoglienza avuta dalla critica statunitense, mandare a casa Paolo Sorrentino a mani vuote: il suo film fatto di politica "alta" (talmente alta che alcuni l'hanno definito un fantasy, perché politici del genere non esistono) potrebbe fare breccia anche nei cuori dei giurati d'oltreoceano, e aggiudicarsi uno dei premi più ambiti. La mia scelta personale ricade invece su Park Chan-wook, che dipinge cinema nella sua commedia nera a sfondo lavorativo. Anche Lanthimos meriterebbe con Bugonia, ma ha già vinto il Leone e può accontentarsi di partecipare.
Scelta personale: Park Chan-wook, No Other Choice
Gran Premio della Giuria
Il favorito per il secondo premio più importante sembrerebbe essere Silent Friend: un film poetico ma divertente, introspettivo ma anche univerale, che parla di natura ma anche relazioni umane. Se vincesse ne sarei felice: ci sono (pochi) film migliori, ma questo è uno dei tre film che mi ha toccato il cuore in questa Mostra. Tuttavia, penso che un altro film del cuore, Father Mother Sister Brother, possa aver fatto breccia anche in Alexander Payne, presidente di giuria che da sempre racconta personaggi "rotti" che cercano disperatamente di uscire dalla propria solitudine, spesso senza riuscirci. All'elegia di Jarmush va il mio pronostico, mentre la mia scelta personale va al terzo film del cuore, un film che il cuore me lo ha rotto: The Voice of Hind Rajab.
Pronostico: Father Mother Sister Brother
Scelta personale: The Voice of Hind Rajab
Leone d'Oro
Se il concorso è di alto livello, la sfida per il Leone si fa incerta e combattutissima. Uno qualunque dei film già citati come "papabili" per i due premi precedenti potrebbe vincere il Leone d'Oro, e non ci sarebbe nulla da dire. Penso però che il Leone se lo aggiudicherà la storia a più alto impatto emotivo della Mostra, sia per il tema, sia per una regia senza fronzoli ma perfetta per il tipo di racconto che aveva in mente: The Voice of Hind Rajab. La mia scelta personale ricade invece sul gioiellino di Jim Jarmush: un film solo apparentemente piccolo, ma grande nella sua capacità di parlare di Vita.
Scelta personale: Father Mother Sister Brother
È tutto anche per quest'anno. Correte in SNAI a scommettere sull'opposto dei miei pronostici, e noi ci risentiamo per l'edizione 2026.
Pier
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