venerdì 6 settembre 2024

Telegrammi da Venezia 2024 - #7

Settimo telegramma da Venezia 2024, tra rivendicazioni sindacali intrise di misticismo, geniali autoparodie, documentari su Cina e Ucraina, storie di immigrazione, e riflessioni sull'amore.


Sugar Island (Giornate degli Autori), voto 7. La rivendicazione dei diritti dei lavoratori delle piantagioni da zucchero in Repubblica Dominicana si intreccia con il misticismo locale, con un culto matriarcale che cerca di comprendere il corso degli eventi. Al centro, la vicenda di una ragazza senza documenti e identità, condannata ai margini dagli errori del passato che continuano ad avere un impatto sul presente. Non tutto funziona, ma la commistione tra tematica socio-sindacale e mistica è originale e ben costruita.

Broken Rage (Fuori Concorso), voto 8. Kitano realizza un film ferocemente dissacrante, con una prima metà che è un thriller serio e teso, e la seconda che è una spledida parodia della prima. Si ride a crepapelle, ma le risate non nascondono la sublime sensibilità di Kitano per la messa in scena: ogni inquadratura è una piccola opera d'arte.

Youth: Homecoming (Concorso), voto 6. Documentario sulla gioventù cinese e il suo rapporto con il mondo del lavoro, che soffre di un'eccessiva lunghezza e di una scarsa attenzione per chi non conosce bene la società cinese, che fatica a comprendere molti passaggi della vicenda narrata.

Love (Concorso), voto 6.5. Love è un film di buona fattura che, nonostante qualche giro a vuoto, riesce a offrire alcuni momenti di riflessione e lirismo, grazie anche a un ottimo uso della luce, che dipinge momenti, persone, situazioni, stringendoli in un caldo abbraccio che li rende fortemente, irresistibilmente umani. Qui la recensione completa scritta per Nonsolocinema.

Songs of Slow Burning Earth (Fuori Concorso), voto 6.5. Interessante documentario che racconta come è cambiata la quotidianità degli Ucraini con la guerra. Immagini interessanti, ma il taglio è forse troppo cronachistico, senza una riflessione o un punto di vista "particolare."

Little Jafna (Settimana della Critica), voto 8. Due gang rivali di origine tamil si affrontano per le strade di Parigi. Il loro paese d'origine (Sri Lanka) domina la scena nonostante la distanza geografica, regalando uno spaccato sociale degli espatriati che intrattiene e fa riflettere.

Pier e Simone

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