Ascoltare, ascoltarsi
Johnny è un fonico e documentarista che gira per gli Stati Uniti per intervistare i giovani, chiedendo loro come si immaginano il futuro. Mentre lavora a questo progetto si mette in contatto con la sorella Viv, che gli rivela che il marito sta male e lei ha bisogno di raggiungerlo per convincerlo a ricoverarsi. Johnny si ritrova così a badare a Jesse, il nipotino di nove anni, trovandosi a dover fare in privato quello che fa per lavoro: confrontarsi con un bambino di oggi, le sue ansie, i suoi desideri.
C'mon C'mon è un film sull'ascolto. Si parte dall'ascolto di una generazione, catturata nel documentario metanarrativo che Joaquin Phoenix/Johnny sta realizzando, conducendo una serie di interviste (vere) a bambini e adolescenti statunitensi per conoscere le loro aspettative sul futuro, le loro paure, i loro sogni. Johnny, in una sorta di contrappasso volontario, fa sul lavoro quello che non ha fatto con sua sorella Viv tanti anni prima: ascoltare. Capire. Accettare. La chiamata con Viv e l'inizio del rapporto con il nipote Jesse lo riportano a quel momento, ponendolo di nuovo di fronte a una scelta: chiudersi, oppure mettere in pratica ciò che il suo lavoro gli ha insegnato, rendendosi disponibile ad ascoltare un'altra persona, un bambino che, ironia della sorte, potrebbe essere uno dei suoi intervistati (e, senza che lui lo sappia, lo diventa).
Il film a tratti è forse troppo cerebrale, ma ritrova immediatamente il suo centro e la sua potenza non appena torna a concentrarsi sul suo cuore emotivo, i rapporti umani tra i protagonisti. Johnny e Jesse, certo, ma anche Jesse e Viv, e Viv e Johnny: un rapporto da costruire, uno da salvare, uno da recuperare. Mills lascia spazio ai momenti quotidiani, ai piccoli gesti, all'apparenza insignificanti ma in realtà rivelatori di un complesso mondo interiore. Ogni rapporto è imperfetto, fatto di incertezze, insicurezze, ed errori: si naviga a vista, ma la forza di un legame sta precisamente nella determinazione che mettiamo nel portarlo avanti, nell'attraversare il mare in tempesta per salvare chi sta affogando, nell'ascoltare la sua storia, per poi lasciarci salvare e ascoltare a nostra volta. L'ascolto degli altri diventa un percorso di autoconoscenza, di redenzione e catarsi.
Johnny è il più improbabile dei babysitter: solitario, taciturno, introverso: ma, forse, ha imparato ad ascoltare. Da questo ascolto nasce una comunicazione speciale con Jesse, fatta anche di silenzi, gesti, non detti. Nonostante tra i due scatti indubbiamente qualcosa di speciale, non è un percorso facile. Jesse si trova ad affrontare una cosa più grande di lui, una malattia mentale del padre che finisce per strappargli entrambi i genitori, con la madre che deve occuparsi del padre per assicurarsi che stia meglio e accetti di farsi ricoverare. Questa situazione lo rende forte ma fragile al tempo stesso: basta poco per perdere la sua fiducia. Johnny e Jesse passano quindi dal capirsi senza bisogno di parole a momenti di crisi assoluta, in cui Johnny si rivolge a Viv per cercare una spiegazione, solo per sentirsi rispondere che una spiegazione, spesso, non c'è.
Mike Mills fotografa il film con un bianco e nero caldo, avvolgente, luminoso, che dona un tono gioioso, di rinascita anche ai momenti più tristi. La sua macchina da presa indugia sugli sguardi e le espressioni dei protagonisti, catturandone con naturalezza i momenti di complicità, frustrazione e fragilità. Joaquin Phoenix porta come sempre un'intensità verista al suo personaggio, cui è impossibile non affezionarsi. Gaby Hoffman è una splendida Viv, ma la vera stella è il piccolo Woody Norman, che ruba la scena in ogni minuto e offre una prova di una maturità sorprendente per la sua giovanissima età.
C'mon C'mon è un piccolo gioiello, un film fatto di piccole cose ma che racconta cose grandi, raccontando il disagio e i desideri di un ragazzo e di un'intera generazione. Nel farlo, si rende portavoce di un messaggio di fondamentale importanza per il mondo di oggi, fatto di urla e improperi tra opposte barricate, l'una contro l'altra armate, e incapace di fare la cosa più semplice di tutte: ascoltare.
**** 1/2
Pier
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