mercoledì 8 settembre 2021

Telegrammi da Venezia 2021 - #4

Quarto telegramma da Venezia: due dei film migliori del concorso (uno italiano), belle sorprese nelle sezioni collaterali, e qualche piccola delusione.
























Mother Lode (Settimana della Critica), voto 5. Il racconto di un minatore che promette misticismo (il diavolo nelle gallerie che promette una vena aurifera più ricca in cambio di sacrifici) ma offre solo un ritratto di miseria e condizioni lavorative degradanti. Sia la trama che il bianco e nero sanno di già visto, e offrono pochissimi spunti di interesse.

Mon Pére, le Diable (Biennale College), voto 8. Un esordio maturo, di impatto, che si incentra su temi complessi come vendetta e perdono e li elabora in maniera originale, personale, portando lo spettatore a interrogarsi sui demoni che ognuno si porta dentro.

La Caja (Concorso), voto 7. Un ragazzo attraversa il Messico per recuperare i resti del padre scomparso. Un incontro, però, lo convincerà che quei resti non sono quelli del genitore. Un curioso ed efficace mix tra un thriller e un film sullo sfruttamento dei lavoratori alla Ken Loach, girato con taglio documentaristico da Vigas, già Leone d'Oro nel 2015.

Django & Django (Fuori Concorso), voto 7.5. Peculiare ma stimolante documentario su Sergio Corbucci, narrato da un Quentin Tarantino enciclopedico e con gli interessanti contributi di Franco Nero e Ruggero Deodato, storico aiutoregista di Corbucci.

Captain Volkogonov Escaped (Concorso), voto 9. La fuga di un capitano dalle purghe staliniane diventa un percorso di pentimento dalle forti tinte dostoevskijane, sia per tematica sia per la presenza di elementi metafisici. Un racconto teso, ricco, con una fotografia sontuosa, che riesce a trattare temi complessi senza annoiare mai, alternando la tensione di un thriller a momenti di sublime lirismo.

Freaks Out (Concorso), voto 8.5. Un’esplosione di creatività visiva e narrativa, che unisce neoralismo, Fellini, e X Men per realizzare un film che emoziona e conquista, una gioia per gli occhi e per il cuore. Qui la recensione estesa scritta per Nonsolocinema.

Pier

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