La creatività del futuro
La famiglia Mitchell è sconclusionata, disordinata, strana: molto lontana dall'ideale di perfezione dei vicini che mamma Linda invidia. La figlia Katie sta per partire per il college, dove studierà cinema, realizzando il suo sogno e allontanandosi da una famiglia e da un papà, Rick, che sente sempre più distante. Rick adora Katie, ma non riesce a comprendere il suo linguaggio "multimediale" né i suoi interessi. In un ultimo tentativo di riconnettersi con lei, Rick decide che tutta la famiglia (Rick, Linda, e il fratellino Aaron) accompagnerà Katie al college in una gita in auto. Peccato che, durante il viaggio, i robot insorgano, rivoltandosi contro gli umani e minacciando di spazzarli via dal pianeta.
Dopo il meritatissimo successo di Spider-Man: Un nuovo universo (che non per nulla vi abbiamo segnalato tra i migliori dieci film del decennio appena concluso), la Sony Animation torna con un'altra opera coraggiosa e innovativa, un'esplosione di creatività che si avventura ai confini dell'animazione e li spinge un po' più in là. Laddove Un nuovo universo esplorava l'ibridazione di diverse tecniche di animazione, ma soprattutto del linguaggio animato e di quello fumettistico, I Mitchell contro le macchine gioca con il linguaggio dei social media, da YouTube a TikTok, passando per Instagram e Snapchat. L'animazione in computer grafica viene "filtrata" (è il caso di dirlo) e arricchita da emoji, meme, immagini live action, e animazioni in 2D che descrivono le emozioni dei personaggi come fossimo in un fumetto o, appunto, sui social media.
Il risultato è strabiliante: un'orgia di colori brillanti amalgamati con un approccio da acquerello, che esalta le sfumature ma, grazie alla commistione con la computer grafica, non sacrifica la profondità, accompagnati a una sceneggiatura esilarante ma anche in grado di emozionare e commuovere, come i migliori film della Pixar. Scene di emozionante contemplazione (sia familiare, sia esistenziale) si alternano a scene quasi demenziali, una commistione di comicità verbale e slapstick che si amalgamano con la serietà dei temi trattati con una perfezione incredibile vista la profonda diversità di temi e toni.
Il film non ha paura di questa diversità, ma anzi abbraccia il caos, rendendolo cifra espressiva, una perfetta rappresentazione dell'inesauribile voglia di creare di Katie e di un'intera generazione - una generazione stanca di non essere presa sul serio e desiderosa non solo di creare, ma di cambiare: cambiare i linguaggi, gli strumenti di valutazione, persino il concetto stesso di "arte". Una generazione che non ha paura di sperimentare, ma anzi vede la sperimentazione come l'unico approccio possibile.
Il film è anche un'esortazione al dialogo intergenerazionale, a capire la diversità di linguaggio e approcci che, oggi come forse mai nella storia, sta creando una barriera tra genitori e figli. Lo stile stesso del film è un inno al dialogo, con tecniche di generazioni e media differenti che trovano il modo di convivere e dialogare in modo proficuo, esattamente come Katie e Rick. Al di là dell'abbacinante animazione, l'innovazione del film sta tutta qui: prendere un tema abusato come lo scontro generazionale e rivisitarlo in chiave nuova, moderna, in grado di parlare all'oggi senza sacrificare l'universalità del messaggio.
I Mitchell contro le macchine è un piccolo capolavoro che, pur costruendo sulle solide fondamenta già costruite da Spider-Man: Un nuovo universo, se ne discosta per costruire un universo emotivo e creativo tutto suo. Il film investe lo spettatore come una boccata d'aria fresca, e lo trascina in un viaggio che fa tutto quello che il grande cinema dovrebbe fare: divertire, emozionare, lasciare a bocca aperta.
**** 1/2
Pier
Nessun commento:
Posta un commento