giovedì 6 giugno 2019

John Wick 3 - Parabellum

Si vis actionem, para Keanu



La saga di John Wick piomba nel mondo cinematografico nel 2014. L'arrivo è quasi silenzioso, in sordina, e nessuno può sospettare che un film diretto da un ex stuntman e con un protagonista l'amabile ma non esattamente di primo pelo come Keanu Reeves sarebbe diventato il primo capitolo di una delle saghe action migliori degli ultimi anni, nonché uno dei pochi franchise originali prodotti da quella fabbrica di remake e affini che è diventata Hollywood. Il motivo del successo è semplice: una storia semplice (semplicissima), ma girata con un sincero amore per il genere, coreografie e riprese spettacolari e degni dei grandi film di genere asiatici, e dei personaggi ben costruiti e ben interpretati. A questo si aggiunga la creazione di un'intrigante società parallela degli assassini, solo accennata nel primo capitolo ma sviluppata appieno nel secondo e ulteriormente approfondita nel film appena uscito.

Anche questo capitolo, come il secondo, riparte subito dopo la fine del precedente; e anche questo capitolo, come il secondo, alza l'asticella dell'azione a un livello che sembrava semplicemente impossibile. Abbandonando fin da subito ogni pretesa di veridicità, il film si concentra sulla spettacolarità delle scene, e fa centro a ogni singolo minuto: John viene scaraventato in mezzo a un combattimento con un gigante in biblioteca, un inseguimento a cavallo per le strade di Manhattan, una scuola di danza classica che non è quello che sembra, un'odissea solitaria nel deserto, una sparatoria spettacolare a Marrakesh, e chi più ne ha, più ne metta.

Ogni combattimento è ripreso con grande dovizia di particolari, facendo largo uso di piani sequenza e inquadrature larghe al fine di immergere gli spettatori nell'azione e permettere loro di vedere ogni dettaglio, di sentire ogni pugno, ogni calcio, ogni sparo. La precisione di coreografie e riprese è lontana anni luce dai montaggi forsennati di certi film americani, che fanno intuire l'azione e le botte senza mai farle vedere veramente.

Al centro di tutto questo c'è lui, Keanu Reeves, la perfetta incarnazione di quell'assassino travolto dalla vita che è John Wick, il volto scorato e la voce ridotta a un ringhio. Keanu si presta anima e corpo (è proprio il caso di dirlo) al personaggio, creando un'empatia ineludibile con lo spettatore nonostante l'assurdità delle vicende narrate, come ogni buon film d'azione dovrebbe fare. Keanu si diverte nella parte e si vede, sia nei combattimenti corpo a corpo affrontati senza stunt, sia nelle gustose citazioni di Matrix, la saga che lo ha reso famoso.

Attorno a lui gravitano personaggi dal carisma fumettistico, ma allo stesso tempo dotati di una backstory che conferisce alle loro azioni una gravitas e una motivazione che li rendono più reali, e di portare in vita in modo credibile quel sottobosco criminale che è uno dei punti di forza della saga.

John Wick - Parabellum è un piccolo capolavoro nel genere, e il degno terzo capitolo di una saga che finora, come il suo protagonista, non ha sbagliato un colpo; una saga che ha imparato la lezione di Mad Max: Fury Road, capendo che il segreto di un buon film d'azione sono personaggi ben costruiti, un mondo credibile e dotato di profondità e le immagini - immagini realistiche, fatte di sudore, sangue, e lividi, e non di tonnellate di computer grafica. John Wick funziona perché vediamo il personaggio soffrire, combattere, e sopravvivere quasi per miracolo, senza mollare mai, immerso in un mondo affascinante e ostile che è solo la versione romanzata ed estrema di quello in cui ci troviamo a vivere.

**** 1/2

Pier

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