Deadpool si sta godendo la vita, diviso tra il lavoro e la fidanzata Vanessa. Un evento tanto tragico quanto inaspettato lo porta sulla strada di un giovane mutante molto potente che, in preda all'ira, sta seminando il panico nell'ospedale in cui è rinchiuso. L'arrivo di Deadpool non contribuisce a migliorare la situazione, ma decide di salvare il ragazzo, costi quel che costi. A complicare le cose arriva Cable, un misterioso guerriero bionico venuto dal futuro con l'obiettivo preciso di uccidere il ragazzo.
Tuttavia, le varie scene si susseguono come una serie di collage, piuttosto che come un insieme unitario, in una continua, schizofrenica alternanza di gag e momenti riflessivi, persino mistici, che stonano però con il tono caciarone del resto del film. Se nel primo film il bilanciamento era garantito dagli archetipi della origin story, che garantivano una certa coesione di insieme, qui il filo narrativo risulta invece troppo fine per far funzionare appieno il tutto. La storia del ragazzino mutante offre degli spunti interessanti, ma mostra la corda quando si tratta di diventare il trait d'union di una serie di avvenimenti e personaggi quanto mai eterogenei.
Il film si regge come sempre sulle spalle di Ryan Reynolds, semplicemente perfetto nella parte del protagonista, cui riesce a trasmettere un difficilissimo mix di cialtroneria e gravitas. Al suo fianco troviamo un Josh Brolin che conferma il suo stato di grazia supereroistico: dopo lo splendido Thanos di Infinity Wars, Brolin interpreta un Cable temibile e granitico, perfetto contraltare alla contagiosa esuberanza di Deadpool, regalandoci una coppia che promette faville per i futuri sequel.
Deadpool 2 è come una vecchia barzelletta che, per quanto già sentita altre volte, non smette mai di far ridere. Il merito del film è che, a tratti, riesce anche a far riflettere; il demerito è che al secondo capitolo era forse lecito aspettarsi qualcosa di più che nuove gag, per quanto molto, molto riuscite (su tutte, la prima missione della X-Force).
*** 1/2
Pier
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