Come ogni anno, Film Ora è a Venezia per seguire il festival.
Cominciamo con le recensioni dei film visti nei primi due giorni:
La La Land (Concorso), voto 9. Non è più tempo di musical, o forse sì: dopo il successo di Whiplash, Damien Chazelle realizza un musical solo apparentemente classico, che in realtà usa in modo geniale il genere per esplorare il rapporto tra verità e finzione, tra realtà e sogno. Sequenza d'apertura da Oscar istantaneo.
Les Beaux Jours d'Aranjeuz (Concorso), voto 3. Wim Wenders torna alla Mostra con un film insulso, un non-film, sicuramente l'opera peggiore della sua cinematografia. Qui la recensione estesa fatta per Nonsolocinema.
The Light Between Oceans (Concorso), voto 5.Premessa: questo film è un melò, e chi scrive detesta i melò. Tuttavia, il film non brilla per originalità visiva né narrativa, e manca di ritmo. Riesce però, a tratti, a emozionare, grazie soprattutto alle ottime prove di Fassbender e della Vikander.
Arrival (Concorso), voto 8. Decenni dopo Incontri ravvicinati del terzo tipo, finalmente un film di fantascienza torna a occuparsi del potere del linguaggio, dell'incontro-scontro con una civiltà aliena, anziché solo dello scontro. Villeneuve dirige con piglio autoriale un'opera dal buon potenziale commerciale, realizzando un film che intrattiene e fa riflettere.
El Cristo Ciego (Concorso), voto 6.5.Interessante opera prima del cileno Christopher Murray, il film esplora il ruolo della fede nel mondo di oggi, quello della morte di Dio e della crisi dei valori. Il viaggio di un ragazzo attraverso il deserto diventa catartico per lui e per altri, grazie non alla forza dei miracoli ma a quella delle parole. Il ritmo non è elevato, ma il film stimola alla riflessione.
Nocturnal Animals (Concorso), voto 7.5. Tom Ford ritorna al Lido dopo il suo film d'esordio, A single man, e lo fa con un thriller che si apre con una sequenza lynchiana per poi scivolare in atmosfere hitchcockiane, in cui il rapporto tra vicenda reale e vicenda romanzesca si compenetrano e sembrano quasi influenzarsi a vicenda. Meno stimolante a livello visivo del film d'esordio, ma con una solidità narrativa e una capacità di suspense sorprendenti.
King of the Belgians (Orizzonti), voto 7. Creativo mockumentary che racconta con toni comici e grotteschi l'immaginario tentativo del re del Belgio di tornare al suo paese sull'orlo di una secessione. Impossibilitato a lasciare la Turchia in aereo per via dell'eruzione di un vulcano islandese, il re affronterà un'odissea attraverso i Balcani, usando i mezzi più improbabili nel tentativo di tornare a casa.
Pier
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