sabato 26 dicembre 2015

Irrational Man

Uccidereste l'uomo grasso?



Abe Lucas è un professore di filosofia all'università. Costretto a lasciare il college dove insegnava, si trasferisce in un'altra cittadina per ricominciare in un'istituzione più piccola e meno prestigiosa. Nonostante sia una celebrità, nel suo campo, Lucas ha ormai perso ogni desiderio di vivere e relazionarsi agli altri. Il suo nichilismo non impedisce però che diventi l'oggetto del desiderio di colleghe e studentesse, che però respinge in modo più o meno deciso. La sua vita, tuttavia, ha un sussulto quando viene posto di fronte a un dilemma etico: sarebbe giusto uccidere un uomo cattivo?

Uno dei più famosi dilemmi della filosofia, riassunto alla perfezione in un libro di David Edmonds e da un celebre monologo della serie Doctor Who, riguarda la correttezza e l'eticità di un'azione immorale (uccidere una persona) a fini morali (salvarne altre). In altre parole, è moralmente accettabile uccidere una persona malvagia? A questa domanda cerca di dare risposta Woody Allen in questa commedia nera di grande profondità e spessore, in cui i tormenti esistenziali del protagonista lo portano a confrontarsi con un dilemma etico che risveglia il suo interesse per la vita e l'amore. Il rapporto tra Eros e Thanatos non è mai stato così diretto ed evidente, e Woody lo sviscera con il cinismo e lo humor che lo hanno reso celebre, regalandoci un film vitale e interessante che perde incisività solo nel finale. Qui Allen cerca di imporre un'ulteriore riflessione sul tema del film, ma finisce per scivolare in una parodia di uno dei suoi finali più celebri, quello di Match Point.

Abe Lucas è un personaggio tipicamente alleniano, con il suo bagaglio di nevrosi, depressione e insicurezze. Si distingue però dai suoi illustri precedenti per la sua capacità di azione, di porre in essere i suoi pensieri e le sue riflessioni, anziché tormentarsi ed elucubrare su di esse. Joaquin Phoenix è a dir poco perfetto nella parte, ed è affiancato da una deliziosa Emma Stone, radiosa e vitale, un'iniezione di energia nella vita di Lucas e nello svolgimento del film.
Allen dirige con l'abilità e la furbizia di chi conosce questo genere e questa materia, e realizza un film non memorabile, ma comunque divertente e interessante, che induce alla riflessione e al dibattito.

Pier

*** 1/2

mercoledì 16 dicembre 2015

Star Wars: Episodio VII - Il Risveglio della Forza

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana… 



Sono passati molti anni dalla battaglia di Endor. L’Impero è stato sconfitto, ma alcuni lealisti, riunitisi sotto il nome di Primo Ordine, cercano ancora di riportare in auge la dittatura, conquistando alcuni sistemi esterni per poi puntare al cuore della Repubblica. Nonostante la presenza di una Resistenza, il Primo Ordine sembra sempre più vicino al successo.

Dopo anni d’attesa, e tre prequel generalmente considerati deludenti non tanto nel contenuto quanto nello spirito e nella realizzazione, Star Wars è finalmente tornato. Fin dalle prime sequenze (ai titoli in formato “classico”, lo confesso è scappata la lacrimuccia), J.J. Abrams mostra la ferma volontà di tornare ai toni e alle atmosfere della prima trilogia, tra inseguimenti spaziali e nemici misteriosi, giovani che sognano ad occhi aperti e droidi spaziali, nuovi volti e vecchie conoscenze. Il regista approccia Star Wars come una leggenda dei tempi antichi, costruendo una nuova epopea a partire da dove si era conclusa quella vecchia, creando un legame indissolubile che non diviene però legaccio né costrizione creativa. Il materiale originale viene rielaborato in modo rispettoso ma originale, creando collegamenti con la vecchia saga ma aprendo la strada a una nuova storia in grado di reggersi sulle proprie gambe.

I vecchi personaggi vengono usati in modo intelligente e realistico, senza fare finta che il tempo non sia passato ed evitando così di ibernarli in un eterno, statico presente. Il passare degli anni ha avuto degli effetti sui loro caratteri, modificandone alcuni tratti ma lasciandone immutati altri. Il nuovo episodio ci restituisce così dei personaggi più maturi, diversi eppure riconoscibili, come vecchi amici che si rincontrano dopo tanto tempo. I “grandi vecchi” vengono affiancati da giovani protagonisti carismatici e ben costruiti, con il loro carico di origini misteriose e traumi irrisolti, che si dimostrano all’altezza dei loro predecessori. Tra tutti spiccano la giovane protagonista, Rey, (una convincente Daisy Ridley) e l’antagonista, Kylo Ren, magistralmente interpretato da Adam Driver, che dimostra una volta di più quanto sarebbero stati migliori i film della nuova trilogia se a interpretare Anakin Skywalker ci fosse stato un attore migliore del termosifonesco Hayden Christensen.

Proprio nell'equilibrio tra personaggi nuovi e storici il film ha la sua pecca più grande, in quanto Abrams sembra sentirsi quasi obbligato a dare spazio ad Han, Leia e altre vecchie conoscenze, quando è evidente che il loro arco narrativo è ormai agli sgoccioli, e dunque assolutamente secondario e meno interessante rispetto a quello dei nuovi personaggi. I primi venti minuti, interamente dedicati alle "nuove reclute", sono quindi i migliori del film, in quanto la trama sembra guardare in avanti (l'inizio in medias res è da sempre un marchio di fabbrica di Guerre Stellari) anziché voltarsi faticosamente indietro come accade in altri punti.

Nonostante i rallentamenti di cui sopra, la storia in generale procede veloce, tra colpi di scena, inseguimenti mozzafiato e momenti intimi e toccanti, che non mancheranno di emozionare lo spettatore. La regia di Abrams è solida e sicura, senza quei fronzoli stilistici che avevano caratterizzato la sua versione di Star Trek, e con un impianto visivo che rispecchia quello dei film originali sia nella fotografia che nelle scene e nei costumi. Grazie alla scelta di ricostruirli dal vivo anziché in computer grafica, alieni e ambienti sono veri, realistici e coinvolgenti, lontani dalle fredde e artificiali atmosfere di alcuni episodi della seconda trilogia.

Star Wars: Il Risveglio della Forza è un ottimo primo capitolo per la nuova trilogia, in quanto riesce a soddisfare gli storici fan della saga senza estraniare potenziali nuovi spettatori, ma anzi accompagnandoli in modo elegante e rispettoso all’interno di una storia che è iniziata tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, e non accenna a voler finire.

 *** ½ 

Pier

lunedì 14 dicembre 2015

Minions (In pillole #3)

Merchandising: the Movie

Questa recensione sarà affidata alle parole di questo Honest Trailer (se non sapete cos'è un honest trailer, pentitevi e rimediate qui).

No, non è pigrizia: è che non potevo sperare di fare di meglio di loro. Concordo con ogni singola parola.



Per i veri pigri, ecco il riassunto: un film inutile, in cui delle spalle diventano protagonisti, con effetti disastrosi. Alcune gag sono divertenti, ma il loro eccesso e la totale mancanza di logica nella trama rendono il film difficilmente tollerabile a chi abbia passato l'età dei denti da latte.

* 1/2

Pier