La novità del classico
Anna ed Elsa sono le principesse di Arendelle, piccolo e fiorente regno situato sulle coste di un fiordo. Le due sorelle sono legate da un profondo affetto reciproco, e sembrano inseparabili. Elsa però nasconde un segreto, un potere di controllare ghiaccio e neve che rischia di mettere a repentaglio la sua vita e quella dei suoi cari. E' quindi costretta a iniziare una vita di clausura, che finisce per allontanarla da Anna. Dopo alcuni anni, arriva per Elsa il momento dell'incoronazione a regina: quel giorno, da lei tanto temuto per il fatto di dover aprire le porte del castello, segnerà un profondo cambiamento nella sua vita e in quella della sorella.
Dopo l'ottima prova di Rapunzel, la Disney prosegue con il suo ritorno al passato, rivisitando con molta libertà la fiaba di Andersen La regina delle nevi. Il film contiene tutti gli ingredienti che hanno reso grandi i classici della casa di Topolino: uso abbondante delle canzoni (forse troppo numerose, ma riuscitissime, con All'alba sorgerò, in originale Let it go, in testa), personaggi comici riuscitissimi, immagini magnifiche e una storia d'amore credibile e ben costruita.
Così come in Rapunzel, tuttavia, il passato si unisce all'innovazione: impossibile non notare la maturazione caratteriale delle principesse, passate dall'essere sognatrici in attesa dell'amore a eroine a tutto tondo, che trovano la propria realizzazione nelle loro capacità e nella loro indipendenza. Il personaggio di Elsa è incredibilmente moderno, dotato di una volontà sua e di un desiderio di autodeterminazione che si sublimano nella liberatoria sequenza di Let it go, visivamente sublime, in cui si lascia alle spalle il passato per iniziare una nuova vita secondo le sue regole.
Accanto a lei troviamo Anna, più "romantica", ma non meno determinata: decisa a tutto pur di riportare a casa la sorella, non esita ad avventurarsi da sola sulle montagne, a dispetto dei pericoli e delle difficoltà. La sua storia d'amore con il rozzo tagliaghiaccio non la rende meno indipendente, ma testimonia un processo di maturazione e crescita che rappresenta un profondo passo in avanti rispetto a precedenti produzioni disneyane, processo che raggiungerà il suo culmine nel bellissimo finale.
Intorno alle due eroine si muovono dei personaggi di contorno azzeccatissimi, su cui spicca Kristoff, insieme al Flynn Rider di Rapunzel uno dei principi meno ingessati e più genuinamente divertenti dei classici Disney. La sua rusticità e i suoi modi spicci nascondono un personaggio più complesso, segnato da un'infanzia solitaria e profondamente legato alla simpatica renna che lo accompagna, l'unica sua vera amica. Il personaggio dotato di maggiore verve comica è però indubbiamente Olaf, un pupazzo di neve che sogna l'estate e il caldo, un utopico sognatore che ricorda alcuni dei migliori personaggi della Pixar, come Remy di Ratatouille, e che come questi trae la sua forza dall'apparente inconciliabilità tra la sua natura e le sue aspirazioni.
Frozen è un film d'animazione maturo e profondo, in grado di divertire i bambini ma anche di appassionare gli adulti, che unisce la magia dei grandi classici Disney alla maturità dei temi della Pixar. Questa commistione genera un film che, nonostante un uso forse eccessivo delle musiche, è indubbiamente il più riuscito della stagione, e uno dei migliori degli ultimi anni.
*** 1/2
Pier
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