Solo i ricchi piangono
Jasmine è un'affascinante signora dei salotti di Manhattan. La sua vita sembra perfetta: è sposata con Hal, un uomo d'affari ricco e carismatico, e ha un figlio adottivo che adora. Tutto cambia quando Hal viene arrestato con l'accusa di truffa e bancarotta. Sola e in preda a un esaurimento nervoso, Jasmine cerca rifugio a San Francisco dalla sorella Ginger, dallo stile di vita assai più modesto. La convivenza forzata tra le due sorelle riporterà a galla antichi rancori, sconvolgendo la vita domestica di Ginger con il fidanzato Chili e le poche certezze di Jasmine.
Ci si aspetterebbe che, all'età di 78 anni e con alle spalle una carriera quasi cinquantennale, Woody Allen non avesse più nulla di nuovo da dire, soprattutto su New York, la città che più di altre ha analizzato, esplorato, sviscerato in ogni suo aspetto. Il regista della Grande Mela riesce invece a stupire, realizzando un film cupo e spietato sul crollo delle illusioni e dei sogni ai tempi della crisi. Allen mette in scena una New York finta e artefatta, un castello di menzogne e inganni costruito sulla sabbia e destinato a crollare alla prima marea. Il regista mette a nudo le miserie dei ricchi, prigionieri di una gabbia di bugie e schiavi di un denaro volatile ed effimero. La vicenda viene raccontata con gli occhi di Jasmine, ingenua e vacua, arrogante e umiliata, vittima di un sistema e di un marito che venerava, e carnefice di coloro che, come la sorella, cercano di aiutarla. Jasmine vive nel passato, in un'illusione che non esiste più, ma da cui non riesce a staccarsi. Erede morale della Blanche DuBois di Un tram che si chiama desiderio, Jasmine nasconde la sua fragilità dietro un'apparenza sofisticata e raffinata, una maschera destinata a crollare di fronte ai colpi della vita. La sua incapacità di accettare la sua nuova condizione la porta a cercare di cambiare la vita della sorella, modesta ma tranquilla, per cercare di farle ottenere quel "di più" che lei non ha più.
Jasmine è un personaggio profondamente drammatico, che suscita la pietà ma anche il disprezzo dello spettatore a causa della sua inettitudine alla vita e agli affetti. La sua figura, insieme a quella del marito Hal, è esemplificativa della classe agiata statunitense, chiusa nella sua torre di avorio e incapace di accettare il cambiamento. Allen analizza con lucidità sorprendente le miserie e i misfatti dei ricchi, facendo risaltare la loro avidità e la loro inadeguatezza grazie al confronto tra Jasmine e Hal da una parte, e Ginger, Chili e l'ex marito di Ginger dall'altra. I ricchi vivono nel rimpianto, incapaci di affrontare la realtà e le conseguenze delle proprie azioni. I "poveri", invece non possono permettersi il lusso del rimpianto, e sono costretti ad andare avanti, affrontando la vita con dignità.
Il film diventa così un'ode degli ultimi e della semplicità, ma non demonizza chi, come Jasmine, è rimasto vittima dei suoi sogni. Allen compie un capolavoro registico nel mantenere un tono leggero, appena velato di malinconia, per tutta la durata del film, riuscendo però allo stesso tempo a trasmettere tutta la drammaticità della vicenda della protagonista. Jasmine è un personaggio femminile potente e di impatto, uno dei migliori del cinema contemporaneo, costruito con profondità e attenzione grazie a una sceneggiatura perfetta e ad una interpretazione monstre, intensa e carismatica, da parte di Cate Blanchett. Allen le cuce addosso il personaggio, e lei risponde raccontandoci con ogni frase, ogni singolo gesto l'evoluzione di una donna distrutta dalla vita, che si aggrappa ad ogni piccola speranza di rinascita come a uno scoglio nella tempesta, per poi essere inesorabilmente risospinta nel mare a causa dei suoi stessi errori.
In una perfetta alternanza tra dialoghi e flashback, il film scorre veloce fino al potente finale, aperto e in realtà chiuso, così come il futuro della protagonista. Allen realizza una tragedia con toni da commedia, confermando ancora una volta la sua eccezionale capacità nell'analizzare le miserie della vita quotidiana con occhio lucido e attento, offrendo un'analisi della società statunitense che colpisce per attenzione sociologica e approfondimento psicologico. Blue Jasmine regala forse il miglior personaggio femminile della cinematografia di Allen, e risulta uno dei suoi film più profondi e attuali, capace di raccontare attraverso la storia di un personaggio la fragilità e il grande vuoto morale di un paese intero.
****1/2
Pier
Nessun commento:
Posta un commento