martedì 4 settembre 2012

Telegrammi da Venezia 2012 - #2

Seconda parte dei telegrammi che inizia con una panoramica dei film italiani visti fin qui alla mostra.



Gli equilibristi (Orizzonti), voto 6. Il film racconta con efficacia il dramma del divorzio per un padre di ceto medio-basso ("Il divorzio è per i ricchi", recita una battuta del film), cui i soldi non bastano mai e che finisce per fare una vita da barbone nonostante un onesto impiego in comune. Il messaggio passa, ma il film ha dei grossi difetti di sceneggiatura, cui rimedia in parte grazie alle ottime prove di Mastandrea e della giovane attrice che interpreta la figlia. Regia di buon livello.

E' stato il figlio (Concorso), voto 8. Ciprì racconta con efficacia e una punta di grottesco il sogno della ricchezza facile di una famiglia di Palermo che rappresenta l'Italia. Il film mette a nudo l'avidità e la meschinità di un paese di eterni scontenti, in cui sopravvivere diventa più importante di vivere.

Low Tide (Orizzonti), voto 8. Roberto Minervini è un regista italiano, ma vive e lavora negli Stati Uniti. Il suo Low Tide è un capolavoro di naturalezza che racconta con tocco delicato la vita senza affetto di un bambino della provincia texana, costretto a tirare avanti in un ambiente ostile e senza prospettive. Finale da applausi per semplicità e capacità di generare emozioni.

To the wonder (Concorso), voto 5. Malick riprende il meccanismo di The Tree of Life , in cui il microcosmo di una famiglia diventava un'efficace e commovente metafora del macrocosmo dell'universo e della Vita. Qui però il meccanismo si inceppa clamorosamente, e il parallelismo tra amore tra persone e amore divino finisce per diventare un vuoto enunciato, affidato a un monologo finale di Bardem ai limiti della pubblicità dell'8 per mille. Fotografia e sensibilità come sempre eccezionali, ma la sensazione è che ci fosse ben poco di nuovo rispetto al film precedente, e che quel poco fosse di qualità inferiore. Buona prova della Kurilenko, che risulta a volte irritante ma per colpe non sue.

Outrage - Beyond (Concorso), voto 6.5. Kitano ritorna ai film sulla yakuza, in un complesso intreccio di delitti, tradimenti e colpi di scena. La trama sa di già visto, ma il film va e alcune scene, finale compreso, sono dei capolavori di tecnica cinematografica.

Pier

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