Quando l'inutile è magistrale
Michael Blomqvist, affermato caporedattore della rivista d'inchiesta Millenium, viene costretto a dimettersi da uno scandalo. La sua inattività viene ben presto interrotta da un'offerta irrinunciabile: Henrik Vanger, anziano magnate dell'industria svedese, gli offre un'ingente somma se riuscirà a risolvere il mistero di sua nipote Harriet, scomparsa misteriosamente anni prima e che lui crede fermamente essere stata uccisa. Blomqvist inizia le indagini, ma si rende ben presto conto di aver bisogno di aiuto: a supportarlo arriverà Lisbeth Salander, brillante hacker dal presente tormentato e dal passato oscuro, che instaurerà con il giornalista una relazione molto particolare.
Diciamoci la verità: di questo remake americano di Uomini che odiano le donne non si sentiva proprio il bisogno. Vuoi perchè gli originali erano comunque abbastanza ben fatti, vuoi perchè un remake a distanza di pochi anni è abbastanza inutile, fatto sta che il film ha poco senso di esistere. O meglio, avrebbe poco senso di esistere, se non fosse per il nome del regista: David Fincher.
Fincher riprende la materia creata da Larsson e la usa come base per costruire un thriller praticamente perfetto, in cui le scene di tensione sono costruite praticamente solo con il sonoro e in cui nessun dettaglio viene risparmiato, nessuna atrocità viene lasciata in secondo piano. Fincher viviseziona ogni storia, ogni evento, ogni personaggio, concentrandosi però in particolare su Lisbeth, magistralmente interpretata da Rooney Mara.
Quello che segue gli splendidi titoli di testa è quindi un film ad orologeria, cui si riesce persino a perdonare la sua inutilità di fondo grazie alla perfezione di ogni dettaglio tecnico. Il sonoro come detto è curato con una precisione al limite del maniacale, con una folata di vento che diventa un urlo, una voce che diventa un sussurro, un silenzio che vale mille parole. La fotografia è eccellente, e in generale ogni elemento del film si combina armoniosamente con gli altri a formare un unicum che funziona e convince.
Il nuovo Uomini che odiano le donne vince quindi le perplessità iniziali, ma lo fa più per il modo eclettico e inventivo in cui usa il linguaggio cinematografico e gli attori che per il film in sè, che resta invece freddo e lascia addosso una sensazione di inutilità permanente.
***1/2
Pier
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