mercoledì 28 settembre 2011

Carnage

La perfezione nell'incompletezza



New York: due adolescenti litigano, e uno dei due spacca i denti all'altro. Le famiglie si incontrano in un appartamento di Brooklyn per decidere il da farsi, cercando una soluzione civile e pacifica. Le buone intenzioni vengono però presto messi da parte, e le due coppie di genitori iniziano una lotta verbale senza confini e senza quartiere che non risparmierà niente e nessuno.

Fare cinema partendo da un'opera teatrale è un'impresa ardua. Diversi i linguaggi, i tempi, le strutture. Polanski ci riesce, e va oltre, realizzando un piccolo capolavoro, 78 minuti di pura intensità, vivacità, dirompente forza filmica in azione. La regia è essenziale, perfetta, a orologeria, senza un tempo morto, un calo, un esitazione.
L'interazione tra le due famiglie è analizzata e vivisezionata con pungente ironia e con un'attenzione che rasenta la perfidia. Si ride a crepapelle dal primo all'ultimo minuto, nel vano tentativo di capire se l'ordine e le regole del vivere comune riusciranno a essere ristabilite. L'unica regola è però che non ci sono regole, e così il tessuto sociale si lede, si strappa, fino a stravolgersi completamente, in una guerra in cui le parole sono armi di distruzione di massa che colpiscono a turno l'uno o l'altro protagonista.

Polanski si avvale di quattro attori strepitosi, che offrono prove di rara bravura, completandosi alla perfezione l'un l'altro. Kate Winslet è una madre in carriera nevrotica, inizialmente accomodante, ma poi totalmente disinibita dall'alcool e dal precipitare degli eventi. John C. Reilly è un marito tranquillo, un po' succube della moglie-maniaca del controllo Jodie Foster, che troverà la forza di ribellarsi e far sentire la sua voce. Infine, Christoph Waltz, il migliore dei quattro: freddo, insensibile, distaccato ma sempre pronto a piazzare la frecciata giusta al momento giusto, il suo personaggio è uno di quelli che restano impressi.

Il finale, sospeso e brusco, è voluto e cercato, e lascia aperti numerosi interrogativi sui protagonisti, su di noi, e sulla vita.
Carnage è uno di quei rari film in grado di accontentare critica e pubblico, coniugando il divertimento con un utilizzo magistrale del mezzo filmico e con una perfetta direzione degli attori.

Non perdetelo.

*****

Pier

Pasticcio all'italiana


Quando, poco tempo fa, Terraferma vinse il premio della giuria a Venezia, già qualcuno parlò di favoritismi per gli italiani.
Vero o non vero, lo stesso fatto che ci fossero forti dubbi sulla qualità del film di Crialese (basta rileggersi le critiche) doveva decretare la sua non candidatura agli Oscar.

E invece eccoci qua, a commentare l'ennesima scelta scellerata, in un anno in cui il meraviglioso Papa di Moretti avrebbe forse potuto riportarci nella cinquina, e magari anche a qualcosa di più.
Intendiamoci: il film di Crialese non è brutto, anzi. Manca però di quell'innovatività, di quella profondità, di quell'universalità che dovrebbero caratterizzare i film candidati all'Oscar.

Se andiamo a vedere i vincitori degli ultimi cinque anni si tratta sempre di opere fortemente introspettive, in grado di esprimere valori universali attraverso le storie individuali. Il film di Crialese manca di queste caratteristiche, perchè affronta un dramma collettivo rimanendo solo in superficie, con scarso approfondimento. Tutto l'opposto di Habemus Papam, un film che ha messo d'accordo pubblico e critica, che sta avendo ottime recensioni anche all'estero, e in cui si riscontrano un'umanità e una profondità rari per il nostro cinema.

Non è la prima scelta sbagliata degli ultimi anni: evidentemente i fallimenti di Baaria, Gomorra e Nuovomondo (film di ben più alta caratura ma comunque incentrati su una realtà locale) non hanno insegnato nulla.

sabato 10 settembre 2011

Telegrammi da Venezia 2011 - #4 - Il Totoleone

Gli ultimi film, poi i miei premi personali.

Killer Joe, voto 9. Sceneggiatura magistrale, con momenti indimenticabili per forza visiva ed espressiva, degni di Pulp Fiction, e una scena destinata a diventare un cult. Ottimi anche fotografia e attori.

Life without principles
, voto 7.5 . Johnny To torna con un thriller finanziario molto lontano dalle sue corde, che però affronta con grande spirito critico e con un film a incastro molto ben fatto.

L'ultimo terrestre
, voto 6.5 . Film semplice con sprazzi di genio, che racconta l'arrivo degli alieni nel modo più quotidiano mai visto finora al cinema. Da un fumettista era forse lecito aspettarsi qualcosa di più sul piano visivo, ma il film è comunque piacevole.

Faust,
voto 6. Fotografia eccezionale, introspezione e scavo psicologico notevoli, ma del film alla fine resta ben poco se non un forte senso di oppressione. Piace molto ai critici, facile ottenga qualche premio.


I miei premi



Leone d'oro: Carnage, di Roman Polanski (appena dietro, Clooney e A simple life)

Regia:
Steve McQueen per Shame.

Coppa Volpi maschile:
Ryan Gosling, protagonista di Le idi di Marzo.

Coppa Volpi femminile:
Deanie Ip, protagonista di A simple life.

Sceneggiatura:
Killer Joe.

Fotografia: Cime tempestose oppure Faust

Premio della giuria: Killer Joe


giovedì 8 settembre 2011

Telegrammi da Venezia 2011 - #3

La mostra prosegue, e il livello, pur leggermente in calo rispetto ai primi giorni, resta comunque alto.

Shame, voto 8. Provocatorio, oltraggioso, di forte impatto, con una regia magistrale e una colonna sonora eccellente. Peccato per alcune lungaggini e per qualche eccesso di troppo. Ottimo Fassbender, insopportabile come sempre Carey Mulligan.

A simple life,
voto 9. Delicato, dolce, un film che ti entra dentro senza che ce ne si accorga e che rimane nel cuore. Semplice, senza fronzoli, commovente, un grande film sugli affetti, familiari e non.

Dark Horse,
voto 7.5. Meno provocatorio di altri film di Solondz, ma non per questo meno profondo. Il film ha un chiaro debito con il libro Una banda di idioti, e quella che sembra solo la storia di un bamboccione incapace di crescere diventa la storia di un paese intero.

Tinker, Taylor, Soldier, Spy,
voto 8. Una spy story eccezionale, con ottimi attori e una regia attenta e molto curata per il genere. Se si perde anche un solo minuto si fa fatica a riprendere il filo della trama, ma il finale è un momento di alto cinema.

Exchanges,
voto 6.5. Dal regista de La Banda, una commedia dell'assurdo che decolla solo dopo la prima mezz'ora. Quando lo fa è esilarante, ma l'inizio è decisamente troppo lento.

4.44 Last day on Earth,
voto 4.5. Un Melancholia mal girato, infarcito di immagini di repertorio e scene ripetute, che finiscono per soffocare un paio di momenti di alto livello.

Pier

domenica 4 settembre 2011

Telegrammi da Venezia 2011 - #2

Un piccolo speciale su quanto visto finora del cinema italiano:

Scialla, voto 8.5: divertente e non banale, la vera sorpresa (fin qui) della mostra. Un rapporto adulto-adolescente coinvolgente ed esilarante, con un Bentivoglio superlativo, e un ottimo protagonista esordiente.

L'arrivo di Wang, voto 5: il voto è alzato perchè apprezzo il coraggio di fare un film di fantascienza in Italia, ma il risultato è quantomeno rivedibile (eufemismo). Velo pietoso sulla protagonista, partecipazione (non) straordinaria di Ennio Fantastichini.

Cose dell'altro mondo, voto 7: il film diverte e fa riflettere, parafrasando discorsi di Prosperini e offrendoci un Mastandrea superlativo nei panni del poliziotto. Sceneggiatura con qualche buco, ma ci si può passar sopra.

Ruggine, voto 6.5. Un Mystic River all'italiana, che affronta con coraggio il tema della pedofilia su due piani temporali differenti. Se gli attori bambini risultano i migliori, però, c'è qualcosa che non va.

Terraferma, voto 7: un film forte ed evocativo, ma troppo di maniera nello stile. I temi sono tanti e tutti interessanti, ma poco approfonditi. Crialese ci aveva fatto sperare in qualcosa di meglio.

Cavalli, voto 6: una bella idea di partenza, un rapporto con la natura e gli animali che richiama Cormac McCarthy (citato apertamente), un ottimo Vinicio Marchioni (il Freddo della serie di Romanzo Criminale). Peccato per la scelta di fare il film in costume, che rende la storia più finta e distante, e per alcune pecche di regia, anche se sono perdonabili dato che è un'opera prima.

Pier

Telegrammi da Venezia 2011 - #1

Bentornati a Venezia!
Anche quest'anno brevi telegrammi sui film in concorso. Pronti? Andiamo a incominciare!
Mostra finora di altissimo livello, con qualche debole calo negli ultimi giorni.

Le Idi di Marzo, voto 9. Thriller politico di altissimo livello, con dialoghi memorabili, in stile The West Wing, e personaggi ben costruiti e interpretati. Ottimo Ryan Gosling.

Carnage, voto 9.5. Divertente, esilarante, con quattro attori magnifici e un ritmo incredibile. Un film sulle coppie, ma sulla vita in generale, trattato con perfida e meravigliosa ironia.

A dangerous method, voto 8.5. Cronenberg torna a esplorare i meandri della psiche, e lo fa analizzando quella dei padri della psicanalisi. Profondo, introspettivo, recitato in modo eccellente, con un ottimo Fassbender che viene però eclissato nelle scene con Viggo Mortensen.

Alpis, voto 4. Da un'idea meravigliosa, un film pessimo, che regge solo i primi 10 minuti per poi naufragare miseramente.

Mildred Pierce, voto 8. Miniserie dell'HBO presentata in toto fuori concorso, offre un bellissimo spaccato degli Anni '30, portandoci lentamente a passeggio nei lati chiari ed oscuri del sogno americano.

Pier